Addio all’Ingegnere Paolo Petrucco. Con la ICOP portò l’avanguardia nel mondo

All’avanguardia Paolo Petrucco lo era sempre stato. Fin da quando, appena 30enne, decise di costruire il ponte sul Tagliamento – di cui l’impresa ICOP di Basiliano fondata dal papà Alvise nel 1920 aveva ottenuto l’appalto – con un metodo innovativo. “E’ necessario abbandonare il sistema costruttivo tradizionale” aveva detto allora. Coraggio, sguardo aperto al futuro, determinazione. Erano i tratti di Petrucco, morto a 91 anni lunedì notte per un peggioramento delle condizioni di salute.

Una vita dedicata alla famiglia e alla sua impresa “che lui considerava una famiglia allargata” ricorda il figlio Piero, amministratore delegato dell’azienda assieme al fratello Vittorio, che ne è il presidente. Ingegneri come il papà – e come il nonno – iniziarono ad affiancarlo a partire dagli anni Ottanta. “Una tradizione di famiglia – dicono – anche se papà aveva un lato ingegnoso unico, sempre operativo e presente. Assieme a Pierino Burba, con cui collaborò per oltre 60 anni, diede una dimensione tecnica all’impresa e sviluppò numerosi brevetti”. “Fino a dicembre era presente in azienda, il lavoro era davvero la sua vita, la sua passione più grande” – proseguono.

Petrucco nato a Cividale nel 1930, si laurea in ingegneria all’Università di Trieste ed entra subito nell’impresa di costruzione di famiglia. Nel 1957 segue come capo cantiere la realizzazione della strada della Val Cellina, nel 1958 lavora nel consolidamento degli argini del Po in Polesine, nel 1959-60 realizza più di venti ponti sull’adduttore Mavano al Trasimeno. “Negli anni ’60 la società compie una trasformazione e industrializzazione dei processi – prosegue Piero -. L’opera chiave che riassume questi aspetti è il ponte autostradale sul Tagliamento”. Sono numerose le strutture realizzate con tecniche innovative: significativa è la collaborazione con il Professor Giorgio Macchi, con cui la società realizza sul Meduna il primo grande ponte italiano a piastra continua in cemento armato precompresso. Nel 1957 Petrucco sposa Lina Zoffi “suo braccio destro – dicono i figli. Anche la mamma continua ad essere operativa in azienda”. Imprime la sua visione alla società di cui rimane presidente fino al 1993 e di cui dal 2020 è stato nominato presidente onorario.

“Papà fu sempre attento anche allo sviluppo sostenibile e al sociale” dichiara Piero. Molte infatti, sono le iniziative di volontariato intraprese con “laboriosità, integrità, ingegno e passione al servizio  della comunità”. Nell’agosto 2003, dopo l’alluvione in Carnia, la sfida di realizzare un ponte in sette giorni, fermando ogni altra attività dell’impresa e lavorando giorno e notte, per collegare Pietratagliata, rimasta isolata. Nel 2005 la costruzione di un ponte in Sud Sudan con la Protezione Civile nazionale per garantire agli abitanti di alcuni villaggi la possibilità di raggiungere la scuola e l’ospedale anche nella stagione delle piogge. “Il ponte fu realizzato attraverso il recupero e l’adattamento del ponte Bailey di Pietratagliata, smontato al termine dell’alluvione e trasportato dall’Italia attraverso Kenya, Uganda e Sud Sudan, in un territorio privo di strade percorribili – ricorda il figlio -. L’incontro in Sud Sudan con un missionario comboniano ha dato vita poi ad un nuovo progetto: la creazione di una scuola di arti e mestieri per i giovani di cui mio padre era molto fiero.

Nel 2006 fondò poi l’associazione Sudin Onlus. Nel 2009, dopo il sisma dell’Aquila, Petrucco viene chiamato dalla Protezione Civile in qualità di coordinatore per le attività di costruzione di edifici in cui fare alloggiare 15 mila persone rimaste senza casa: è stato il responsabile operativo infrastrutture, per la costruzione di edifici multi-piano antisismici. Nel 2021 gli è stato conferito il premio “Udine città della pace” del Club per l’Unesco “per aver realizzato con decisione assoluta, capacità e onestà opere di grande utilità pubblica in Italia e nel mondo”. E poi c’era la passione per l’azienda agricola vitivinicola da lui fondata nel 1975 a Buttrio – in cui da tempo risiedeva – e nata proprio dall’amore suo e di quello della moglie Lina per la propria terra.